Peeling Chimico: benefici, tipologie, rischi e risultati del trattamento

peeling chimico

Il peeling chimico è una delle procedure più richieste nell’ambito della medicina estetica e dermatologica per il ringiovanimento cutaneo, l’uniformazione del tono della pelle, la riduzione di macchie pigmentarie, cicatrici da acne, e rughe superficiali

Tuttavia, è importante che il paziente abbia consapevolezza: non tutti i peeling sono uguali, e i rischi aumentano se non si rispettano le indicazioni cliniche e le indicazioni post-trattamento.

In questo articolo analizzeremo in profondità: che cos’è il peeling chimico, le sue tipologie, le sostanze chimiche utilizzate, le indicazioni, il decorso post-peeling, i risultati attesi, le tecniche combinate. 

Che cos’è il peeling chimico

Un peeling chimico (dal verbo inglese to peel, “pelare”) consiste nell’applicazione controllata di uno o più agenti esfolianti chimici, con lo scopo di indurre una detersione esfoliativa e stimolare la rigenerazione epidermica e dermica.

L’idea di base è: danneggiare selettivamente gli strati superficiali della pelle (epidermide e in alcuni casi derma) per favorire il turnover cellulare, stimolare la produzione di collagene ed elastina, migliorare la texture cutanea e attenuare le irregolarità del pigmento. 

Di fatto, il peeling chimico è una “reset” controllata della pelle: la cute reagisce con un processo infiammatorio stationare e poi una fase di rigenerazione, nella quale emerge una pelle nuova, più omogenea e luminosa.

Cenni storici del Peeling Chimico

L’uso di agenti esfolianti risale all’epoca dermatologica del XIX secolo, con studi su acido salicilico, acido tricloracetico e fenolo. 

Negli anni recenti, l’introduzione di alfa-idrossiacidi (AHA), beta-idrossiacidi (BHA), PGA (polihydroxy acids) e combinazioni multi-acido ha reso il peeling più modulabile e più sicuro, con una maggiore personalizzazione per fototipo e condizione cutanea.

Tipologie di peeling chimico

La classificazione principale si basa sulla profondità d’azione: superficiale, medio e profondo. Ogni tipologia prevede vantaggi, rischi e indicazioni specifiche.

Peeling superficiale (o leggero)

I peeling superficiali agiscono in prevalenza sull’epidermide o negli strati più esterni dello stesso. La distruzione epidermica è minima, l’effetto è esfoliativo e stimolante più che “distruttivo.”

  • Sostanze tipiche: acido glicolico, acido lattico, acido mandelico, salicilico in basse concentrazioni, gluconolattone, acido piruvico.

  • Indicazioni: illuminazione del colorito, riduzione di pori dilatati, pelle grassa, macchie superficiali, esfoliazione leggera, preparazione a peeling più intensi.

  • Intensità: arrossamento moderato, sensazione di pizzicore, desquamazione entro 2-5 giorni.

  • Frequenza: spesso si possono applicare più sessioni (es. 4-8) a intervalli regolari.

Peeling medio

I peeling medi penetrano più in profondità, raggiungendo parte del derma papillare. Sono in grado di correggere discromie più marcate, segni solari, alcune cicatrici da acne, rughe moderate.

  • Agenti usati: acido tricloroacetico (TCA) in concentrazioni moderate (es. 20–35 %), miscele di acidi tipo Jessner, resorcinolo, combinazioni TCA + acidi leggeri.

  • Reazioni previste: maggiore arrossamento, gonfiore moderato, formazione di croste o desquamazione più marcata, rischio lieve di iperpigmentazione post-infiammatoria.

  • Tempo di recupero: da 7 a 14 giorni, con cura post-trattamento rigorosa. 

Peeling profondo

Il peeling profondo agisce al di sotto del derma papillare fino al derma reticolare superiore. È indicato per rughe profonde, cicatrici importanti, lesioni cutanee gravemente danneggiate dal sole.

  • Agente classico: fenolo (in varie formulazioni), TCA a concentrazione elevata, o miscele fenolo + agenti ad azione coesiva.

  • Rischi e accorgimenti: anestesia locale, monitoraggio medico, rischio maggiore di complicanze (ustioni, ipopigmentazione o cicatrici).

  • Recovery: la fase acuta può durare 10-21 giorni; l’arrossamento residuo persiste spesso diverse settimane o mesi.

  • Risultati duraturi: spesso gli effetti si mantengono lungo termine (5-10 anni) se ben gestiti. 

Sostanze chimiche e meccanismi d’azione

Conoscere quali acidi si usano e come agiscono è fondamentale per scegliere il peeling più adatto al singolo caso.

Alfa-idrossiacidi (AHA)

AHA come acido glicolico (da canna da zucchero), acido lattico, acido mandelico e acido citrico agiscono legando le molecole che tengono unite le cellule cornee tra loro, favorendo uno sfaldamento controllato.

  • Pro: ben tollerati, modulabili, buon profilo di sicurezza, possono essere usati anche in preparazioni domiciliari a basse concentrazioni.

  • Limiti: scarsa efficacia su rughe profonde o discromie più profonde.

Beta-idrossiacidi (BHA)

Il più tipico è l’acido salicilico, liposolubile: penetra nei pori sebacei, utile per pelli grasse e acneiche.

  • Azione: esfolia, decongestiona, regola la secrezione sebacea.

Polihydroxy acids (PHA)

Acidi più grandi e meno irritanti come gluconolattone e lattobionico: indicati per pelli sensibili o reattive.

  • Vantaggio: efficacia più dolce, minore rischio di irritazione.

Acido tricloroacetico (TCA) e fenolo

Questi sono agenti caustici più potenti.

  • Il TCA in concentrazioni variabili permette un’azione intermedia o profonda, a seconda di quanto lo si diluisce e delle modalità di applicazione.

  • Il fenolo è storicamente usato per peeling profondi, ma richiede grande esperienza per evitare complicazioni e spesso comporta un periodo di recupero più lungo.

  • In alcuni protocolli, miscele trifasiche o combinazioni (fenolo + TCA + altri acidi) vengono usate per modulare l’effetto “frosting” (brinamento delle proteine) e controllare la penetrazione.

Meccanismo biologico

Il danno chimico controllato genera una reazione infiammatoria locale che richiama fattori di crescita, stimola i fibroblasti, induce la neo-sintesi di collagene, elastina e glicosaminoglicani. Inoltre, accelera il turnover cellulare, rimuovendo cellule senescenti, danneggiate o pigmentate. 

Indicazioni e benefici del peeling chimico

Quando è opportuno considerare un peeling chimico? Vediamo i possibili utilizzi e i benefici più frequenti.

Indicazioni principali

  • Fotoinvecchiamento lieve o moderato

  • Iperpigmentazioni: macchie solari, melasma, lentiggini

  • Cicatrici da acne superficiali

  • Rughe sottili e segni di espressione

  • Texture irregolare, pori dilatati

  • Pelle opaca, asfittica, media età

  • Cheratosi attiniche superficiali (in alcuni protocolli medici)

  • Uniformazione del tono della pelle in volto, collo, decolleté

Benefici attesi

  • Miglioramento della luminosità cutanea

  • Riduzione delle macchie pigmentarie

  • Migliore texture e compattezza della pelle

  • Stimolazione del tessuto connettivo

  • Uniformità del tono

  • Effetto “pelle più giovane” con incremento dell’elasticità

Protocollo pre-peeling e preparazione

Una buona riuscita dipende anche dalla preparazione della pelle e dalle condizioni della cute prima dell’intervento.

  • Detersione e purificazione della pelle alcuni giorni prima

  • Trattamenti schiarenti precoci (acido azelaico, vitamina C) se indicati

  • Evitare esposizione solare intensa per almeno 2-4 settimane prima

  • Riduzione di agenti irritanti o dermocosmetici aggressivi prima

  • Eventuale profilassi antivirale se storia di herpes

  • Valutazione del fototipo, storia dermatologica, farmaci assunti

Preparare bene la pelle significa ridurre la sensibilità, favorire una risposta infiammatoria più controllata, migliorare la penetrazione e diminuire il rischio di pigmentazione post-infiammatoria.

Decorso post-peeling e cura della pelle

La fase post-trattamento è cruciale per ottenere un buon risultato e ridurre complicazioni.

Fasi della guarigione

  • Giorno 0–3: arrossamento acuto, lieve gonfiore, desquamazione iniziale

  • Giorno 4–7/14: desquamazione più marcata (in peeling medi), formazione di croste

  • Giorno 10–21: riepitelizzazione quasi completa

  • Settimane successive: arrossamento residuo, maturazione tissutale

Linee guida essenziali

  • Non esporre la pelle al sole: usare schermi solari ad alto SPF, cappelli, protezione fisica

  • Evitare trucco aggressivo e scrub fino a completa guarigione

  • Mantenere idratazione profonda e protezione della barriera cutanea (emollienti, ceramidi, pantenolo)

  • Eventuale uso di cicatrizzanti e antisettici se indicato

  • Follow-up medico programmato: controlli frequenti nei primi giorni e settimane

Un protocollo post-peeling ben seguito è spesso il fattore decisivo tra un risultato ottimale e un esito complicato.

Risultati attesi e tempistiche

I tempi per apprezzare il risultato dipendono dalla profondità del peeling:

  • Peeling superficiali: miglioramenti visibili già entro 5–7 giorni, con completamento entro 2 settimane.

  • Peeling medi: gli effetti significativi emergono dopo 10–14 giorni, con migliorie progressive fino a 1–2 mesi.

  • Peeling profondi: i miglioramenti sono graduali e si consolidano nei 2–3 mesi successivi, con beneficio che può durare anche anni se mantenuto adeguatamente.

È importante gestire le aspettative: il risultato non è “miracolosamente perfetto”, ma una pelle più omogenea, luminosa e compatta. 

In certi casi, combinazioni con altri trattamenti (laser, filler, radiofrequenza) possono migliorare i risultati complessivi.

Domande frequenti (FAQ)

  1. Il peeling chimico fa male?
    Si avverte in genere un pizzicore o bruciore moderato, che può essere attenuato con anestetici topici o tecniche di raffreddamento. Nei peeling profondi è prevista anestesia locale.
  2. Quanti peeling servono?
    Dipende dall’obiettivo: peeling superficiali spesso richiedono più sedute (4–8), peeling medi 1–3 sedute, peeling profondi in genere una sola ma molto ben calibrata.
  3. Si può fare in estate?
    Solo con cautela estrema: l’esposizione solare deve essere evitata, le condizioni climatiche e le radiazioni UV fanno aumentare il rischio di iperpigmentazioni.
  4. Si può applicare trucco subito?
    Meglio attendere almeno qualche giorno fino a completo ripristino epidermico, per evitare irritazioni o assorbimenti indesiderati.
  5. Quali risultati realisticamente si ottengono?
    La pelle diventa più luminosa, il tono più uniforme, le rughe superficiali attenuate, le macchie schiarite. Per correzioni profonde, a volte sono necessari trattamenti aggiuntivi o combinati.

Contatta il Dottor Nunziata

Il peeling chimico è uno strumento potente e versatile nel panorama della medicina estetica, che, se ben eseguito da un professionista qualificato come il Dottor Vincenzo Nunziata, può apportare benefici significativi in termini di rinfrescamento cutaneo, uniformità del tono, texture migliorata e ringiovanimento.

Tuttavia, non è una procedura banale o “da estetista fai da te”: richiede conoscenza delle sostanze chimiche, valutazione clinica del paziente, protocolli precisi e una gestione attenta del periodo post-trattamento per massimizzare il risultato e minimizzare i rischi.

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